sabato 14 agosto 2010

Estinzioni senza dignità

Siccome malgrado le evidenti inclinazioni all'apostasia non dimentico mai di essere una donna educata alla fede nel dio di Abramo e Isacco - perché certe cose quando te le insegnano da piccola ti restano sempre dentro, anche quando operi ogni sforzo consapevole per liberartene - ho sempre avuto la debolezza di credere che la fine del mondo sarebbe stata preceduta da segnali piuttosto classici: comete, epidemie, guerre, pestilenze o altri piccoli divertissement di genere, del tutto analoghi a quelli che si trovano sparsi in lungo in largo nella bibbia. Diciamoci la verità: è che ho proprio sempre avuto una speciale predilezione per quel genere letterario. Il deserto mi seduce. Fondamentalmente ho un animus veterotestamentario.

Però a pensarci meglio m'è venuto il sospetto di essermi illusa. Non tanto sulla fine del mondo prossima ventura, che mi sembra comunque un'eventualità meno remotamente improbabile dell'ipotesi che Berlusconi si tolga finalmente dai coglioni, per dire. Ma sulla dignità dell'armageddon che ci aspetta. Perché il deserto e le comete fiammeggianti, gli oceani che si dividono e la Grande Meretrice che attraversa la terra portando con sè morte e distruzione, sono pure sempre immaginari che bisogna meritarsi. Se attraversi il deserto per 40 anni mangiando cavallette e scorpioni allora sei degno di un'apocalisse come dio comanda.

Ma  se invece appartieni a una civiltà che ritiene sia necessario imbarcarsi nella produzione di 4 morbidi piedini in Technogel® da posizionare sotto il notebook o direttamente sulla scrivania, allora l'unica apocalisse che ti meriti è quella che ti coglierà di fronte alla televisione sottraendoti l'ultimo respiro senza che tu nemmeno te ne accorga.

Quando arriverà l'alba del nuovo mondo nessuno sopravviverà sul pianeta, e l'unica luce intermittente ancora percepibile sarà quella di milioni di schermi a cristalli liquidi sintonizzati sulla siglia finale del Grande Fratello. E questo è quanto.

5 commenti:

  1. devo assolutamente averli!!!!

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  2. "Santo cielo, passavano i giorni e il buco nella carta era piccolo, la luce era scarsa. Si teneva duro perché non si poteva far altro. Confucio dice che se un uomo vuole far crescere un filare di grano, prima deve spalare una tonnellata di merda. Poi, un bel giorno, il buco si spalanca e la luce risplende come un raggio di sole in un'epica di Cecil De Mille e si sa di aver generato il DEVO, vivo e famelico". S.K.

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  3. Are we not men? We are DEVO :-)
    Pregasi toc toc

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  4. http://www.youtube.com/watch?v=h3LxygERyY0

    Pragasi

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  5. Quel video lì l'hanno eliminato. Il che mi rende ancora più curiosa. I gommini, fossero almeno adesivi, si potrebbero usare come ferma porte; manco quello c'hanno.

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