martedì 15 giugno 2010

Men at work

Il cantiere di fronte alla facoltà è cresciuto come un fungo durante l'inverno e ha raggiunto l'altezza della biblioteca, che pure è al quinto piano. Ormai quando mi affaccio alla finestra ho l'impressione di poter toccare gli operai con un dito. Rispetto delle norme di sicurezze, cosa lo dico a fare? Zero. Zompettano come le allegre comari di Windsor sò e zò per i ponteggi, quando a me va il caffè di traverso solo a guardarli ininterrottamente per più di 3 minuti.

Poi è estate, fa un caldo assassino. Loro all'apparenza se ne fregano. Hanno addosso l'elmetto giallo per puro rispetto delle convenienze d'immagine - anche perché se ti spiaccichi da quell'altezza l'unica cosa che può fare per te un elmetto è aggiungere una calda nota di colore alle tue viscere sparse in giro - e per il resto non indossano quasi niente. Calzoncini corti sdrucitissimi sul coscione, torso nudo, e talmente tanti peli per singola unità operaia che non ne metteresti insieme altrettanti nemmeno tosando a zero un'intera legione di Amici di Maria De Filippi in pieno delirio ormonale.

Sono talmente rappresentativi di una certa iconografia da sbarco, che non faccio altro che immaginarmeli mentre si scambiano un'occhiata birichina, appoggiano lentamente gli strumenti da una parte, e all'improvviso attaccano a muoversi in sincrono così.

6 commenti:

  1. sì. ma lo fanno? perché se non lo fanno, non vale.

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  2. Non vedo per via dei filtri.

    La getto lì quindi, tirando ad indovinare:
    avendo svolto la mansione del manovale appena dopo il diploma, che dire? Noi si andava in bianco, e non per via della calce.
    Sognavamo situazioni tipo pubblicità, quelle dove il muratore muscoloso a torso nudo e jeans paccosi attirava gli sguardi vogliosi delle segretarie.
    La trasparenza della quale godevo l'ho sempre imputata alla mancanza di peli (sudare sudavo, qualche muscoletto c'era...).

    (ma questi nello spazio, per me bianco che più bianco non si può, che starebbero affà?)

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  3. devo dire che mi aspettavo un finale diverso... sì, insomma, che ti avessero suggerito fantasie molto etero

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  4. ganfione, no, purtroppo non lo fanno. O almeno non l'hanno fatto finora. Ma il cantiere non è finito, e io sono una donna che non smette mai di sperare.

    Dantès, caro, mai avuto fantasie ancillari, e credimi, me ne rammarico. La mia vita sarebbe stata più semplice sotto diversi profili. Purtoppo continuo a insistere nella perversa abitudine di farmi eccitare solo dal cervello di un uomo.

    Viperuzzolo, il video è quello dei Village People. YMCA, hai presente? Sai che non ti immagino mica nei cantieri? Ma non è un lavoro massacrante?

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  5. Dico, io non me n'ero accorta perché ho caricato il video in silenzio, ma è solo il clip di YMCA! La musichetta è una roba di Natale! Una tristezza infinita. Adesso non ho tempo ma appena posso lo espungo.

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  6. Nei cantieri il lavoro è massacrante, ma appena fatta l'abitudine è meno massacrante del lavoro di concetto.
    Ricordo allegrissime tavolate in pausa pranzo, a discutere amabilmente di filosofia (molto spicciola temo) con gente di ogni etnia, età, religione e cultura.

    Ai miei tempi imperava il calabrese ed il siciliano, oggi il polacco o il rumeno.

    L'inno dei muratori e manovali:
    http://www.youtube.com/watch?v=mxeU4n1msjE
    "Cancia culuri a sira luntanu
    ogni profumu ca pottu cu mmia
    resta 'nto cori e dintra a me manu
    A terra che fuma mi lassa sunnari
    stari luntanu ppi travagghiari
    picchì si restu nun pozzu campari
    fammi moriri ma no cca
    sulu sulu

    Sulu sulu sulu sulu cca
    ca travagghiu ppi campari (4 v.)

    C'è sempri friddu e u suli è annigghiatu (camara vidi chi fazzu)
    nun trovu nuddu ca je comu a mmia
    e ghjettu sangu ppi quattru rinari (quattru rinari si)
    mancu l'amuri mi pozzu pavari
    buttana cruci no è attravagghiari
    e di st'unfennu vulissi ascappari
    fammi moriri ma no cca
    sulu sulu

    Sulu sulu sulu sulu cca
    ca travagghiu ppi campari (4 v.)

    Famminni iri ti ricu famminni iri
    comu lu ventu supra lu mari
    Fammi turnari Signuri fammi turnari
    intra na rutta je lu me cori
    Famminni iri ti ricu famminni iri
    comu n'aceddu fammi abbulari
    Fammi turnari Signuri fammi turnari
    'ncapu a me terra ca sapi di sali
    Sulu sulu sulu sunu cca
    ca travagghiu ppi campari (4 v.)"

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