martedì 22 giugno 2010

Drawing by numbers

Centomila bambini all'anno figli del coito interrotto. Addirittura. I nati complessivi pare siano poco più di cinquecentomila. Quindi un quinto del totale nasce non schedulato. Va detto che vengono inclusi anche i frutti di tutte le altre pratiche fallite di contraccezione, o almeno questo mi pare di intuire, perché sfido chiunque a comprendere la logica del calcolo illustrato nel primo paragrafo dell'articolo.

Ed è questo che fa pensare. Un numero così imponente, va da sè, non l'hai certo rilevato one-by-one, anche perché trascrivendo una a una le informazioni su 500.000 nascite - che vuol dire mettere in mezzo un milione tondo di genitori - per avere il tempo di aggregare i risultati avresti dovuto metterti all'opera ai tempi del profeta Ezechiele. Quindi è frutto di una stima. Hai preso il tuo campioncino di 1000 coppiette di passaggio al consultorio - se va di lusso - e hai fatto le tue proiezioni.

Io la statatistica l'ho studiata solo quel minimo che m'hanno obbligata a fare, e anche lì con tutta la reticenza possibile. Però una cosa l'ho capita. E' pericolosissima, perché è delicata. C'è una quantità impressionante di cose da mettere in conto per evitare di dire delle solenni minchiate. Proprio ieri leggevo di un tipo in gamba che dice: la statistica è il feticcio della nostra civiltà. Siccome sono numeri, tendiamo ad attribuirgli un arcano potere di verità oggettiva che non possiedono e non hanno mai preteso di avere. I numeri non significano niente. I numeri non parlano. Le statistiche sono solo valori aggregati che creiamo noi secondo una logica che, se sbagliata, ne inficia completamente il valore. E invece abbiamo questa fede perversa che ci spinge a credere che siccome un'idea si presenta in specie di numero invece che di concetto, allora vuol dire che possiede un maggior grado di verità e di oggettività. Puttanate.

Per cui questa è una di quelle statistiche che mi fa pensare. Perché malgrado l'ampia variabilità probabilistica che caratterizza la disciplina, malgrado i sottili distinguo che bisognerebbe sempre avere cura di premettere quando si comunica un risultato del genere, non senti nessuno commentarla in termini sensati, cheneso, premettendo un sembra che, appare probabile, qualora risultasse confermato da successive verifiche. Macchè. Si spara nel mucchio un numero alto e fragoroso che faccia un botto impressionante, si intervista un esperto embedded al problema, e si comincia a manganellare a raffica con l'artiglieria dialettica pesante: è un'enormità,  un fenomeno imponente,  un disastro, una generazione di infelici, la fine del mondo. Questo lo dico per il tema in oggetto, ma con minime variazioni terminologiche sono considerazioni mutuabili a qualsiasi contesto.

E appena la polvere si deposita al suolo e torna un minimo di calma, passa il rappresentante commerciale a venderti qualcosa per impedirti di fare la stessa fine. Perché anche di fronte alla peggiore catastrofe c'è sempre una soluzione. Basta comprarla.

5 commenti:

  1. Assolutamente vero. Le statistiche sono i veri ossimori del mondo moderno. E come diceva Bukowski "Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media."

    RispondiElimina
  2. Beh, mettere in discussione la statistica è un pò eccessivo. In tanti altri casi e nel caso specifico, la vera cazzata non è la statistica in sè ma quel far passare per dato statistico un dato che risente pesantemente con quello che hai scritto ovvero con "l'ampia variabilità probabilistica che caratterizza la disciplina, malgrado i sottili distinguo che bisognerebbe sempre avere cura di premettere". Ciao, TdLupo.

    RispondiElimina
  3. Assolutamente d'accordo, scusa, si vede che mi sono spiegata male. La statistica è una disciplina onerevole, ma complicata. Il suo limite non sta nella teoria, ma nell'applicazione pratica che se ne fa. Io sono disponibile a credere che il rilevamento sia stato fatto con tutti i crismi, ma quando vedo che i risultati non vengono presentati con moderazione, ma branditi aggressivamente come l'Antico Testamento, allora mi viene spontaneo pensare che non ci siamo.

    RispondiElimina
  4. Mmmmm, rileggendo mi accorgo di aver scritto in modo indecifrabile e correggo "la vera cazzata non è la statistica in sè ma quel far passare per dato statistico un dato che non tiene conto proprio di quello che hai detto ovvero "l'ampia variabilità probabilistica che caratterizza la disciplina, malgrado i sottili distinguo che bisognerebbe sempre avere cura di premettere". Non sei tu che ti spieghi male ma io che mi esprimo malissimissimo :o) TdLupo.

    RispondiElimina
  5. La gestazione psichica per sparare cacchiate è sempre molto, molto breve e l'ennesima dimostrazione ne è l'articolo, mi sa. Immagino un novello Cioè con il fumetto educativo in cui la ragazza chiede al suo innamoratino brufoloso: "Scusa, ma tu ce l'hai una buona erezione?". Poche cose sono soggettive come la statistica, in realtà. Con tutte quelle variabili e con l'importanza che ha la scelta del campione statistico, hai voglia a imbrogliare.

    RispondiElimina