Nella scelta sofferta di un'icona che mi rappresentasse ho transitato dalle mele al santino. In termini veterotestamentari sarebbe come dire: dal peccato alla virtù. E sono cose.
mercoledì 21 aprile 2010
In thought of you
Da Vermeer a Vettriano. Dal diciassettesimo secolo al ventesimo. Dall’Olanda alla Scozia. Dalle bimbe coi turbanti e le tende di velluto, alle femmine nude, consapevoli e sfacciate. Visto da qui sembrerebbe un percorso lungo e accidentato, con pochissime cose in comune tra il punto di partenza e quello di arrivo. Ma deve trattarsi di una di quelle illusioni ottiche che fanno la felicità degli studiosi della percezione visiva.
Perché all’inizio e alla fine ci sono sempre io in pessime condizioni di spirito. La storia dell’arte offre icone con grande capacità di sintesi. La leggi della percezione visiva ti dicono che sbagli e ti spiegano perché. Per tutto quello che resta invece - tipo la condanna al silenzio come arma di ritorsione, anche se non mi sembrava di aver fatto davvero niente di così perverso da meritarmelo - te la devi vedere da sola, e l’unica cosa che consola è la filosofia della torta della nonna crema e pinoli. Non te la puoi spendere a un esame di Logica, però dice che prima o poi tutto passerà. Buttatemela via, se avete coraggio.
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